Come viene comunicata l’immigrazione in Italia?
Partiamo da un’analisi della carta stampata…
Associazione Carta di Roma ha raccolto in tutto il 2017 gli articoli sulle migrazioni pubblicati sulla carta stampata locale e nazionale per analizzarne titoli e contenuti e ne ha dedotto che i temi principali trattati sono stati:
- politiche dell’immigrazione, in particolare accordo e conseguenze Ue-Libia, accoglienza dei minori non accompagnati, ripartizione dei migranti tra le regioni italiane, relocation e gestione dei flussi da parte dell’Ue;
- cronaca, in particolare quella nera, il terrorismo e il disagio sociale associato alla presenza di stranieri;
- asilo politico, in particolare storie, testimonianza e racconti di richiedenti.
Il linguaggio usato riguarda appellativi nei confronti dei richiedenti protezione internazionale e dei rifugiati come migrante (44%), profugo (24%), immigrato (11%), seguono in percentuale minore clandestino, negro, extracomunitario, vu comprà. È stato, inoltre, notato che l’uso della terminologia corretta, essendo di fatto queste persone che entrano nei flussi migratori per raggiungere l’Europa richiedenti protezione internazionale e richiedenti asilo, è sovente accompagnato ad un’etichettatura negativa in un contesto di allarme sociale.

Wordloud dei 400 lemmi più frequenti nei titoli della stampa nel 2017 [da Notizie da paura – Quinto rapporto Carta di Roma]
I contesti in cui viene calata la tematica migratoria sono:
- la religione – l’islam è una religione estremista che è incompatibile con la nostra cultura, c’è un nesso tra islamico e terrorista, tra islam e negazione dei diritti delle donne;
- la violenza – gli immigrati sono un gruppo socialmente pericoloso, con maggiore propensione a delinquere;
Leggi qui per un’inchiesta svolta sulla criminalità straniera sul territorio lecchese.
- i costi – c’è contrapposizione fra le risorse destinate all’accoglienza e le risorse destinate agli italiani, i migranti sono un costo insostenibile e l’essere rifugiato è considerato un privilegio;
- le malattie – si teme costantemente la diffusione di malattie rare e incurabili e la libera circolazione sul territorio di persone con disturbi psichici che genero pericolosità sociale.
Leggi qui un approfondimento sulla paura nei confronti dei migranti.
Il racconto mediale delle migrazioni palesa il nostro rapporto con i migranti: paura e risentimento trovano spazio sui media, soprattutto, in tempi di campagna elettorale. Spicca anche la narrazione di un nuovo fenomeno: siamo noi stessi, italiani, i nemici di noi stessi. Siamo noi che li aiutiamo, che li supportiamo, che li facciamo permanere del nostro Paese, che li andiamo a recuperare in mare a nostre spese. ONG è la quarta parola più utilizzata dalla carta stampata in Italia nel 2017!
Le ONG, secondo le critiche più diffuse sui media, speculano sulle tragedie altrui, sono in accordo con i trafficanti di essere umani e pattugliano il mare alla ricerca di business.
Il caso diventa regola, l’esempio viene generalizzato.
Spesso i migranti vengono descritti in maniera caritatevole. Dobbiamo cambiare questa narrativa. Parlateci allo stesso modo e allo stesso livello in cui parlate con gli altri interlocutori. […]
Per me si tratta di un processo bidirezionale. Tutte e due le parti si devono integrare. ~ Larry Macaulay, fondatore di Refugee Radio Network
Un libro da leggere…
Leogrande ci porta a bordo delle navi dell’operazione Mare Nostrum e pesca le parole dai fondali marini in cui stanno incastrate e nascoste. Ci porta a conoscere trafficanti e baby-scafisti, insieme alle storie dei sopravvissuti ai naufragi del Mediterraneo al largo di Lampedusa; ricostruisce la storia degli eritrei, popolo tra i popoli forzati alla migrazione da una feroce dittatura, causata anche dal colonialismo italiano; ci racconta l’altra frontiera, quella greca, quella di Alba Dorata e di Patrasso, e poi l’altra ancora, quella dei Balcani; ci introduce in una Libia esplosa e devastata, ci fa entrare dentro i Cie italiani e i loro soprusi, nella violenza della periferia romana. [da www.ibs.it]