Una mostra per raccontarsi
Abbiamo celebrato ieri, 25 giugno 2017 la Giornata mondiale del Rifugiato allestendo una mostra foto/video dal nome “Visioni d’oltremare” all’interno del palinsesto di iniziative organizzate dall’équipe del progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, facente capo al Ministero dell’Interno) e facente parte delle azioni del progetto “Lecco: una provincia accogliente”.
Noi di Progetto Itaca abbiamo provato a trasmettere il punto di vista sull’Italia e sulla sua quotidianità dei ragazzi e delle ragazze che ospitiamo all’interno dei centri CAS che gestiamo, abbiamo chiesto loro di mettersi in gioco fotografando ciò che più li attraeva o che sembrava loro inusuale, ciò che poteva trasmettere emozioni positive o che suscitava in loro delle domande. Ne è risultata una mostra di 40 pannelli fotografici con foto scattate dai richiedenti asilo e corredate da didascalie da loro ideate.
Diversi i visitatori che si sono affacciati al percorso fotografico, alcuni sono rimasti sorpresi da ciò che è stato ritratto: chi dalla foto con i tavolini vuoti al bar, mentre tutti stanno in piedi a bere il caffè; chi da quella che ritrae lo scivolo al parco perché in Africa non ci sono parchi pubblici; chi dall’immagine di una normalissima fontana in centro paese perché a casa sua le fontane sono solo nei grandi alberghi. È proprio questo il punto per noi queste cose sono tutte normalissime e quotidiane, mentre, per loro semplicemente non lo sono. L’integrazione passa anche attraverso uno scambio di visioni per trovare un punto in comune senza perdere le proprie radici e le rispettive e peculiari culture.
Lo scopo di un insegnante non è di creare gli studenti a sua immagine, ma di spingere gli studenti a creare una propria immagine. ∼ Anonimo
A corollario abbiamo proiettato delle mini clip video realizzate con protagonisti i nostri ospiti: si sono raccontati trasmettendo la loro prospettiva e suscitando nel pubblico parecchie riflessioni da quella sulla lingua pakistana nella quale non esistono articoli femminili o maschili o verbi plurali o singolari, perché tanto l’interlocutore con cui stai parlando ti capisce lo stesso (parola di Viki); dal fatto che Lamine che è in Italia da soli 6 mesi parla un ottimo italiano e desidera imprimersi nella memoria più parole possibili, come la parola vo-ga-to-ri; dal rito del battesimo cristiano cattolico impartito a Rebecca nata a Lecco e figlia di nigeriani; dalle affermazioni di Modoy per cui è strano vedere a passeggio le famiglie la domenica e dall’entusiasmo di Joy per cui un sinonimo di integrazione è opportunità!
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