Storia del caporalato e sperimentazione teatrale
Le attività iniziano all’aperto, nel cortile esterno dell’ex Caserma di finanza di Airuno, ancor prima ex locale di proprietà dei Coco Trovato, nota famiglia affiliata alla ‘ndrangheta. L’edificio è ora convertito in struttura di prima accoglienza per richiedenti asilo politico. Due gruppi si incontrano: i ragazzi e le ragazze che hanno aderito al percorso dei Campi Antimafia e i migranti lì domiciliati.
Un rappresentante della CGIL inizia a chiacchierare con loro del caporalato, una forma di sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, perché desidera che i migranti divengano consapevoli delle situazioni, delle possibilità e dell’esistenza dei sindacati che possono informare e supportare gratuitamente.
Il punto di incontro è stato un laboratorio teatrale pomeridiano, che Valentina di Arci ha impostato con sperimentazioni di fiducia e di conoscenza nelle quali si sono avventurati tanti ragazzi della struttura. La volontà era quella di creare delle connessioni 1 a 1 attraverso sguardi, corpi e movimenti per favorire la reciproca conoscenza.
Una decina di migranti ha poi continuato il percorso con i campi, con prove e momenti conviviali di pranzi multietnici, sino alla performance teatrale grazie alla quale hanno raccontato il fenomeno del caporalato, si sono affrontati stereotipi e pregiudizi, ad esempio: chi è un migrante? La domanda ha sovente risposte stereotipate e poi scopri che il tuo amico è un immigrato di seconda generazione!