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Il Rimpatrio Volontario Assistito

Cos'è?

È un programma che garantisce l'assistenza al ritorno in patria di cittadini di Paesi terzi presenti in Italia, che ne facciano volontariamente richiesta contribuendo al loro reinserimento nel paese d'origine attraverso la realizzazione di piani di reintegrazione. L'assistenza prevede l'organizzazione logistica e il sostegno finanziario per permettere al migrante, evidentemente bisognoso, di tornare e sapersi mantenere nel Paese d'origine in modo sicuro e dignitoso. Il programma è gestito e garantito dal personale dell'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) dedicato.

Il programma attivo dal 01/07/2016 al 31/03/2018 è finanziato dal Fondo Asilo, migrazione e integrazione (FAMI) 2014-2020 che sostiene anche azioni in materia di sistemi di accoglienza e asilo ed integrazione dei cittadini di Paesi terzi e migrazione legale. Questo Fondo sostituisce i programmi del periodo 2007-2013: Fondo europeo per l'integrazione dei cittadini dei Paesi terzo; Fondo europeo per i rifugiati; Fondo europeo per i rimpatri.

Quanti sono i RVA realizzati finora in Italia?

Grazie all’istituzione del Fondo Europeo per i Rimpatri 2008-2013 sotto la direzione e con il contributo del Ministero dell’Interno Italiano, nel corso dei sei anni di programmazione, è stato promosso un sistema di riferimento sul RVA attraverso la costituzione di una rete nazionale, la rete RIRVA (Rete Italiana per il Ritorno Volontario Assistito) che ha manifestato il suo lavoro aumentando l'informazione e l'accesso al rimpatrio. Come da regolamento istitutivo, le attività progettuali realizzate nell’ambito di questo fondo si sono concluse entro il 30 giugno 2015.

*dati CIR

E in Progetto Itaca?

Chi sono i beneficiari?

I migranti irregolari. I beneficiari possono essere:

  1. stranieri entrati in Italia clandestinamente e mai regolarizzati;
  2. persone che, pur avendo ottenuto un regolare permesso di soggiorno si sono ritrovate ad un certo punto a non avere più i requisiti per chiedere il rinnovo, cadendo di fatto in uno stato di irregolarità;
  3. richiedenti asilo ai quali non è stata riconosciuta una protezione internazionale.

Il programma è rivolto a 2000 cittadini stranieri di Paesi terzi (non UE) vulnerabili e non. Sono esclusi i cittadini comunitari e gli stranieri destinati ad un provvedimento di espulsione.

Il progetto migratorio

È importante essere coscienti del fatto che l'esperienza migratoria non esclude un ritorno nel proprio Paese di origine. Sovente il migrante associa la decisione di tornare con il fallimento del progetto migratorio e, quindi, sul RVA vi è una sorta di pregiudizio o di connotazione negativa, mentre, data l'assistenza peculiare che vi viene posta dovrebbe essere considerato come un'opportunità. La scelta di ritornare porta ad un cambiamento radicale, che spesso coinvolge altre persone a cui il migrante è legato (parenti, amici, ...); infatti, spesso si indebita tutta la famiglia di origine per permettere il viaggio solitamente al primogenito. Ecco perché quando si parla con un richiedente, bisognerebbe immaginare di trovarsi davanti tutta la sua famiglia e non solo lui. Per molti migranti è, comunque, sempre viva l'idea o la speranza di ritornare: la migrazione dovrebbe essere vissuta come un'esperienza circolare, dove il Paese di partenza e quello di ritorno coincidono.

progetto migratorio circolare

Cosa garantisce il programma di RVA?

Counselling

Controlli di sicurezza

Candidatura

Nulla osta

Assistenza

L’operatore informa il migrante sulla possibilità del Rimpatrio Volontario Assistito dialogando e confrontandosi con lui per far emergere le motivazioni, i vissuti, le paure, che una volta approfonditi, dovrebbero permettergli di prendere la decisione di tornare in piena consapevolezza e serenità.

Una volta accertatosi che la decisione dell’RVA sia stata presa volontariamente, l’operatore inoltra la richiesta di assistenza all’OIM.

L’OIM dovrà assicurarsi che nel Paese d’origine ci siano le condizioni di sicurezza per procedere al rimpatrio. Solo in questo caso verrà accolta la richiesta da parte o dell’Ente  che intercede per conto del richiedente o dal migrante stesso, che richiede assistenza per l’RVA in maniera autonoma.

L’OIM informa a questo punto l’UHNCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), che potrà richiedere un colloquio con il migrante per accertarsi della volontarietà della richiesta.

La candidatura del migrante avviene con l’invio di un formulario che dovrà essere compilato in ogni sua parte:

parte 1) acquisizione della volontà dello straniero di tornare in patria;

parte 2) tracciatura del profilo del migrante con storia migratoria, status giuridico, eventuale vulnerabilità, motivazioni del rientro, stato di salute, situazione famigliare ed economica, ecc.

Una volta che l’OIM ha stabilito che la candidatura sia idonea, presta istanza alla Prefettura locale competente sul migrante che, congiuntamente alla Questura, valuta la richiesta d’assistenza e rilascia il nulla osta per l’ammissione al programma.

L’organizzazione del viaggio e l’assistenza vera e propria sono in gestione diretta dell’OIM, che si occupa, quindi: del trasferimento, del rilascio dei documenti, del vitto e alloggio per il giorno prima della partenza, dell’assistenza presso gli aeroporti e nei Paesi di transito, dell’erogazione dell’indennità di prima sistemazione in contanti, del counselling pre-partenza relativo all’elaborazione dei piani de reintegrazione (PIR – Piano Individuale di Reintegrazione), dell’erogazione di un ulteriore contributo in beni  e servizi e dell’assistenza alla realizzazione del progetto di reintegro da parte dell’OIM presente nel Paese d’origine.

L'importanza della reintegrazione

La misura dell’RVA prevede anche l’accompagnamento del migrante all’arrivo nel Paese d’origine, per sostenerlo nel reinserirsi nel contesto sociale, economico e lavorativo d’origine.

Il processo di reintegro è preparato con il migrante prima della partenza dall’Italia, il migrante viene aiutato a proiettarsi nel futuro per utilizzare al meglio le risorse che il programma prevede. La situazione del Paese d’origine va, ovviamente, studiata nei minimi dettagli: possibilità di alloggio, di reddito, situazione familiare, competenze professionali e opportunità di inserimento lavorativo. Il migrante subirà un processo di responsabilizzazione, dato che dovrà stendere autonomamenteun semplice piano di fattibilità del suo reintegro e capire come utilizzare al meglio il sussidio erogato in beni e servizi. Il percorso viene interamente seguito dall’OIM, anche in fase di tutoraggio e realizzazione fattiva del progetto di reintegro.

A prescindere dal programma che si intende perseguire per il rientro in patria, quel che conta per un buon processo di reintegrazione è anche la volontà, uno spiccato senso di adattamento e la voglia di esprimersi. Esempi possono essere le attività lavorative autonome supportate da Agribusiness TV, che ha come missione quella di mostrare che l’agricoltura in Africa può essere fonte attiva di reddito costruendosi una attività in proprio e vivendo bene, finanziando e supportando progetti di tanti africani.

Rif. normativi. Quadro europeo, Libro Verde su una Politica comune in materia di Ritorno di migranti irregolari/2002 e Direttiva 2008/115/CE recante norme e procedure. Quadro italiano, L. 129/2011 in recepimento alla Direttiva 115/2008 e Decreto del Ministero dell'Interno del 27/10/2011 contenente le linee guida per l'attuazione dei programmi di RVA.

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