Integrandosi grazie alla scuola di Bonacina
Questa è la storia di tre bambine eritree Salim, Loes e Shulamit giunte in Italia dall’Eritrea a bordo di un barcone proveniente dalla Libia e relocate la prima in Olanda e le altre in Svezia. Ci vien da pensare che queste bambine abbiano già viaggiato in media più di qualsiasi bambino italiano e affrontato traversie più della maggior parte degli adulti italiani. Certo ognuno di noi vive le proprie difficoltà, le proprie montagne insormontabili e ognuno le supera in modi diversi, così hanno fatto anche loro accompagnate Salim dalla sua mamma Abeba e dalla sorellina Lidia, mentre, Loes e Shulamit dalla loro mamma Mbrak.
Salim è approdata in Progetto Itaca nell’agosto 2016 e la sua è stata la prima famiglia ad essere ospitata nel centro che la Coop gestisce a Lecco dedicato prettamente a famiglie, mamme con bambini e donne sole incita e non, che, appunto dall’agosto dello scorso anno, ha ospitato 140 persone. Loes e Schulamit, invece, ci hanno raggiunto nel novembre 2016. Viste le età comprese tra i 6 e gli 8 anni l’équipe educativa/psicologica in seno a Progetto Itaca, ha optato per inserirle nella scuola primaria “F. Filzi” a Bonacina di Lecco: una piccola scuola che ha potuto garantire, con la preparazione del suo corpo insegnanti, un graduale inserimento sociale e un apprendimento “velocizzato” della lingua italiana. Questo per merito delle tante attività organizzate atte a supportare gli alunni stranieri e grazie alla propensione dei genitori, legati alla scuola, a creare naturali reti di sostegno per genitori e bambini in momentanea situazione di disagio.
Le insegnanti della primaria di Bonacina si sono messe in moto con un laboratorio di inclusione che ha condotto tutti i bambini verso una reciproca conoscenza e ha consentito l’apprendimento uniforme del lessico italiano: i bambini italiani iscritti in prima classe dovevano imparare a leggere e a scrivere, mentre, i bambini stranieri dovevano imparare l’italiano, quindi, attraverso laboratori artistici e motori tutti i bambini hanno raggiunto gli obiettivi posti dalle maestre. Qualche esempio? Lo striscione delle impronte per imparare la destra e la sinistra insieme al concetto di simmetria; l’albero delle stagioni per imparare il ciclo della natura e tutte parole legate ad esso, nonché il concetto di arte e creazione (le mani diventano foglie, le macchie di Rorschach si trasformano in farfalle); il libro “Una storia di numeri” redatto a mano dai bambini per imparare divertendosi la matematica o la piantumazione di una piantina che simboleggi durante l’anno la crescita dei bambini e gli obiettivi che hanno raggiunto.
Il tempo passato a scuola e quello passato con gli educatori nel centro di accoglienza ha permesso la manifestazione delle peculiarità di ogni bambina: Loes aveva un’inesauribile voglia di imparare grazie ad una spiccata curiosità verso il nuovo; Shulamit era un uragano di turbolenze sempre alla ricerca di nuove attività e Salim un piccolo essere pacato che ti portava ad un naturale desiderio di protezione.

La maestra Antonella fa lasciare le impronte dei piedi di Salim sullo striscione di addio/benvenuto.
Poi c’è stata la relocation di Salim, che è partita con la sua famiglia alla volta dell’Olanda, e, quindi, l’addio alle maestre, ai compagni e alle famiglie che tanto si erano affezionate a lei e l’inserimento di Shulamit nella classe appartenuta a Salim e di Loes nella classe successiva. La festa d’addio è diventata di benvenuto simboleggiata da uno striscione con le impronte a tempera dei bambini, che ancora una volta si dimostrano reattivi e positivi verso l’integrazione. Perché? Perché un bambino è “solo” un bambino!
L’anno scolastico è stato costellato anche da alcune uscite didattiche, quella che più è rimasta in mente a Shulamit è stata quella al caseificio Carozzi in Valsassina perché proprio il formaggio non le piace!
Con Shulamit e Loes l’Eritrea è entrata in contatto con il territorio e le tradizioni popolari del quartiere Bonacina di Lecco. Come? Attraverso il progetto “Avere cura del bene comune” alla sua seconda annualità diretto dal Comune di Lecco che ha visto la scuola “F. Filzi” entrare nel calendario degli eventi di “ri-generazione culturale” il 26/05/2017 con l’istallazione di una targa segnaletica, confezionata dagli alunni, per la promozione della Chiesetta di Sant’Egidio, bene comune di valevole importanza storica per il quartiere lecchese.
I bambini, grazie allo stoico impegno dei loro insegnanti, hanno riscoperto il loro quartiere raccogliendo storie e leggende con il prezioso contributo di Angelo Borghi, storico locale, addentrandosi in particolar modo nelle vicende de “L’eremita del Passo del Lupo”, “La Valle dei Merli”, “Corna Beatrice” e “Il Santo del Portichetto”. Le hanno raffigurate con la collaborazione della pittrice Luisa Rota Sperti e hanno dato libero sfogo all’immaginazione individuando in ogni leggenda un personaggio dalle potenzialità magiche e creandogli attorno una nuova storia.
Alcune classi hanno scoperto la chiesetta e la sua architettura con la Prof. Paola Fumagalli, l’hanno disegnata da ogni punto di vista ed angolazione e dai loro disegni è nata la targa turistica che ne indica la presenza. Altre hanno, invece, lavorato sul Mulino di Bonacina, che si narrava essere in tempi antichi famosissimo per la finezza con cui macinava il grano: hanno, quindi, visitato il mulino Valsecchi, hanno piantato del grano assistendo alla sua crescita e hanno visitato un forno e impastato e cotto ciascuno il suo panino.
L’inaugurazione del 26 maggio della targa segnaletica è stata accompagnata dalla raffigurazione di alcune scene tratte da “I Promessi Sposi” come la rivolta del pane e l’addio a Cecilia con i bambini come commedianti. L’assessore alla cultura di Lecco Simona Piazza si è complimentata con il corpo docenti e tutti i bambini: “Grazie alla vostra opera avete aiutato la nostra città a crescere, con il vostro aiuto possiamo fare tanto di più!”
A noi di Progetto Itaca non resta che ringraziare immensamente la maestra Antonella per aver fatto sentire a casa Salim e Shulamit e la maestra Brunella per aver portato a galla la passione per la scuola di Loes, soprattutto per la matematica!
Io: “Grazie per tutto quello che avete fatto e farete!”
Maestra Antonella: “Lo facciamo volentieri, ma, quando se ne vanno, ci lasciamo sempre un pezzo di cuore!”
Eh sì, perché i richiedenti eritrei possono aderire alla procedura di relocation e non conseguire il riconoscimento d’asilo politico in Italia, anche se primo Paese d’approdo come dettato dal Regolamento Dublino III e, quindi, con il supporto dell’OIM vengono trasferiti verso un altro Paese dell’Unione Europea.
In queste settimane sono diverse le relocation affrontate da Progetto Itaca: Yodit, Abrehet, Zebib, Yerusalem, Mhret, Merhawit con la sua bambina Niyat sono volate verso la Germania; Mbrack con Loes e Shulamit hanno raggiunto parte della loro famiglia in Svezia e Mebrak con i suoi tre bambini Mary, Samiel e Muse si sono trasferiti in Belgio.
Tutti ci hanno fatto sapere che sono arrivati a destinazione e che stanno iniziando con caparbietà questa loro nuova avventura. Qualcosa in più ce lo hanno scritto Loes e Shulamit raccontando che manca loro molto l’Italia, la scuola e i loro amici, anche Mbrak, la loro mamma, ha tenuto a farci sapere che in Italia si sono trovate molto bene e che tutti i servizi che hanno ricevuto le hanno fatte sentire a casa!