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Insegnare la raccolta differenziata

Che cos'è la raccolta differenziata? Tutti noi la sappiamo fare correttamente?
28
Giu

Insegnare la raccolta differenziata

In quale sacco butti gli scontrini? Nella carta o nell’indifferenziato?

Dove butti l’olio usato per una gustosa frittura casalinga? L’hai mai buttato nel lavandino?

Lo sai che le lampadine a basso risparmio energetico contengono mercurio e dovrebbero essere smaltite da un apposito consorzio?

E il tetrapack dove lo metto? E il polistirolo? E l’alluminio? Beh queste raccolte variano da comune a comune e, quindi, bisogna informarsi.

Lo sapevi che nella raccolta della plastica tutti i contenitori devono essere puliti, svuotati e schiacciati? E che i tappi delle bottiglie sono di un tipo di plastica diverso che in alcune aree geografiche italiane richiede uno smaltimento differente?

Lo sapevi che i tovaglioli di carta usati vanno gettati nel bidone dell’umido?

La raccolta differenziata non è cosa da poco conto e, quindi, ti chiedo sei riuscito a rispondere a tutte le domande poste qui sopra?

 

Uno dei punti del nostro piano di accoglienza a favore dei richiedenti asilo politico è quello di insegnare loro a praticare una corretta differenziazione dei rifiuti nell’ottica di una possibile autonomia abitativa futura.

È semplice? No! Perché? Perché non è stato semplice neanche per noi quando, ad un certo punto, negli anni 90 il sacco nero è sparito e si aveva il sacco viola, il sacco giallo, il sacco trasparente, il sacco grigio e il sacchetto in fibra di mais. Torniamo indietro con la memoria e pensiamo all’avvento della raccolta differenziata e a quanti “Uff! A che serve? Tanto c’è la Cina che inquina!” o ai “Dove va questo? Ma sì, lo butto qui, tanto per una volta!” e ancora ai “Non ho voglia di portare l’olio usato della frittura all’area ecologica! Dai per questa volta, lo getto nel lavello!”. Ognuno di noi ha senz’altro fatto una di queste affermazioni e ognuno di noi ha contribuito a creare un disservizio all’azienda di raccolta dei rifiuti e per un miliardesimo ha contribuito a inquinare il pianeta!

Ad esempio? “Ma sì, lo butto qui!” corrisponde a un mozzicone di sigaretta che viaggia per le nostre strade per 1 o 2 anni e “Dai per questa volta, getto l’olio nel lavello!” significa creare problematiche agli impianti di depurazione e andare a formare nei nostri specchi d’acqua una non degradabile pellicola inquinante. Pensate che un solo litro d’olio esausto versato in uno specchio d’acqua è in grado di formare una pellicola inquinante grande quanto un campo da calcio e di rendere non potabile un milione di litri d’acqua (pari a circa la quantità consumata da un individuo in 14 anni)!

Ora vi chiederete: perché stiamo parlando di raccolta differenziata? Perché in questi giorni abbiamo rintracciato un paio di segnalazioni via web sui sacchi di raccolta posti al di fuori delle strutture da noi gestite nei giorni di raccolta comunale prefissati.

In un caso in un giorno di raccolta della frazione umida è stato notato un’eccessiva presenza di pane e pasta gettati e è stato chiesto il motivo per tale “spreco”. Il ragionamento che ci sentiamo di condividere è prettamente numerico: moltiplichiamo l’umido da noi singolarmente prodotto ogni giorno per 30 (richiedenti asilo domiciliati in tale struttura) e moltiplichiamo poi il risultato per i giorni di accumulo fino alla successiva raccolta, cioè 4. Quanto scarto otterremmo?
Gli ospiti da noi accolti usufruiscono di un servizio mensa che produce loro i pasti e li recapita poi in struttura, il cibo è razionato secondo le presenze. Mettiamo il caso che ogni ospite riceva due panini (pranzo e cena), per 30 persone otterremmo un totale di 60 panini al giorni. Mettiamo sempre il caso in cui che a rotazione ogni giorno 15 ospiti mangino solo un panino al giorno, avanzeremmo per 4 giorni: 60 panini che getteremmo nella frazione umida di modo che possa essere riciclato tramite l’impianto di compostaggio. In che modo arbitrario potremmo, quindi, decidere di consegnare un unico panino al giorno agli ospiti?

Nel secondo caso i sacchi sembravano non essere collocati nel punto di raccolta corretto. Qui il problema vive perché la suddetta struttura è inserita in un contesto dove gli operatori ecologici faticano a raggiungere la porta di domicilio, dove i sacchi dovrebbero essere da normativa collocati, a causa delle molte macchine parcheggiate nei suoi pressi. Ci è stato, quindi, richiesto dall’azienda che opera per la raccolta di porre i sacchi sul ciglio della strada e così è stato fatto dai nostri operatori in accordo con l’amministratore del complesso. C’è stato anche domandato di prestare particolare cura alla raccolta differenziata e, quindi, i nostri operatori vagliano sempre i sacchi primi di porli nel punto di raccolta facendosi aiutare dagli ospiti. A volte capita che debbano dividere nuovamente qualcosa, ma i sacchi sono contrassegnati e viene chiamato l’ospite della camera per coadiuvare l’operatore dell’operazione. Sarà nostra cura prestare ancora maggiore attenzione alla locazione dei sacchi di modo da riuscire a convivere pacificamente con i nostri vicini.

Le critiche, purché costruttive, sono da noi sempre ben accolte e siamo aperti a ricevere qualsiasi tipo di domanda e pronti a rispondere nel rispetto della tutela dei richiedenti asilo politico che accogliamo. Quali sono i reali problemi? Le nostre strutture sono sempre aperte e tutti possono presentarsi e relazionarsi con i responsabili per poter discutere eventuali problematiche o proporre innovative soluzioni. Le strutture hanno un presidio da parte dei nostri operatori, che possono essere sia italiani che stranieri, H24 e, quindi, chiunque necessiti di un confronto può trovare qualcuno a cui rivolgersi ed essere poi messo in contatto con il responsabile, se non dovesse trovarlo direttamente presente.

Le critiche sono come le scarpe nuove. All’inizio danno fastidio, poi se sono di qualità, ti fanno stare meglio. ∼ Rudy Zerbi

 

Sitografia:

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